venerdì 30 aprile 2010

Spaghetti con Telline o Arselle

" Questo piatto è dedicato a coloro che apprezzano il pesce nella sua delicatezza"
La tellina è il bivalve -a mio avviso- più gustoso è dolce che si possa sposare con un primo piatto.
Infatti dato le ridotte dimensioni di questo mollusco il binomio è perfetto.

Acquistate questo prodotto fresco o pescatevelo voi ecco come.









INGREDIENTI

  • Spaghetti Del Verde 400 gr.
  • Telline o Arselle 800 gr.
  • 1 bicchiere di Vino Bianco
  • 2 spicchi d'aglio
  • Olio Extra Vergine Abruzzese
  • un ciuffetto di prezzemolo
  • Pepe e Sale q.b.
  • scorza di limone
  • Peperoncino trito (a chi piace)

PROCEDIMENTO

Sciacquate le telline in acqua corrente, eliminate la sabbia
intanto cuocete la pasta in acqua salata.
Mettete le telline in una padella per farle aprire e mettete da parte la loro acqua.
Fate soffriggere in una padella l'olio con due spicchi d'aglio tritati e un po' di prezzemolo tritato;aggiungere poi sale e pepe.
A metà cottura versate il vino e dieci minuti prima della fine cottura aggiungete le telline, la loro acqua ed un po' di prezzemolo tritato.
Scolate gli spaghetti al dente e finite la cottura (altri 3 minuti) nel tegame con il sugo e le telline già cucinate,
a fine cottura una grattata di buccia di limone e filo d'olio
e che dirvi......Buon Appetito.

Vino Consigliato: per questi spaghetti dal gusto delicato consiglio una grande vino bianco VERMENTINO di GALLURA


Le Telline o Arselle


Le Telline [Donax trunculus] o dialettalmente chiamate Arselle è un mollusco bivalve dalla conchiglia più o meno triangolare, a valve leggermente disuguali, e dalla forma alquanto appiattita.
Il bordo interno è dentellato sulla parte ventrale, ad eccezione delle estremità.
La colorazione è bianco giallastra, violacea o brunastra con zone radiali più scure; l’interno è biancastro con ampie zone violacee.
La tellina si nutre filtrando l’acqua e trattenendo, per mezzo di branchie a rete, piccolissimi organismi, particelle di detriti e particelle organiche in genere.
La riproduzione avviene da novembre ad aprile e gli esemplari adulti possono raggiungere i 3 cm di lunghezza, più frequenti però attorno ai 2 cm.

Le carni della tellina sono consumate sia crude che cotte; il pregio principale delle telline è la dolcezza e la delicatezza delle loro carni, per le piccole dimensioni si prestano bene come condimento per diversi tipi di pasta.


DOVE VIVE

La tellina è una specie molto comune nel Mediterraneo, soprattutto nel Tirreno, ma anche nel Mar Nero, nell’Atlantico orientale e nel Mar Rosso.
In Adriatico è abbastanza comune su tutte le spiagge anche se grazie alla pesca intesiva sta incominciando a scarseggiare.
Vive infossata nella sabbia delle zone litorali, fino ad una profondità di circa 15 metri , ma è più abbondante nei primi 3-4 metri vicino alla costa.
Il mollusco, che dispone di un piede a forma di ascia, riesce a penetrare facilmente sotto il primo strato del fondo sabbioso (pochi centimetri) e qui staziona estroflettendo verso l’alto due sifoni: uno inalante l’altro esalante.
Si trova quasi sempre in colonie.


COME PESCARLA

Il modo più comune per pescare le telline è il RASTRELLO o TELLINARA in commercio se ne trovano di più misure ma le più comuni sono da 36 o 43 cm.


Il procedimento è semplice ma faticoso, dato che le telline stazionano in acque basse intorno alla prima riva bisogna dragare la sabbia in senso orizzontale e farsi un bel po di metri spingendo a colpi il rastrello verso il fondo della sabbia mentre con i piedi si và a ritroso (vedi foto)

Quindi và considerato che la pesca alle telline per quanto semplice possa essere ha un dispendio di una grande forza fisica e di energia, essa viene fatta generalmente di mattina presto e quindi da mettere in conto anche la temperatura del'acqua che alle prime ore del mattino è molto fredda, ma per una bella spaghettata tutto sommato nè valle la pena.


REGOLE e LEGGI

Come pesca sportiva è dà tenere presente quali sono le leggi che disciplinano questo mollusco onde evitare MULTE SALATISSIME, salvo disposizioni territoriali dovete teneree presente quanto segue [decreto ministeriale 21 luglio 1998 concernente la disciplina della pesca dei
molluschi bivalvi]
  • La tellina per essere pescata deve avere una misura minima di 2,5 cm
  • Il quantitativo massimo è di 5 kg.
  • Nè è vietata la pesca dal 1° al 30 aprlile
  • Non e' consentita la pesca delle telline, dei tartufi e delle vongole veraci con la draga idraulica.
  • Nel mar Tirreno i giorni di fermo settimanali, per l'uso degli attrezzi denominati rastrello da natante e rastrelli senza ausilio di forza motrice e a piedi, sono limitati ai soli festivi.
  • Sull'intera partita e' ammessa una tolleranza di molluschi bivalvi: con dimensioni inferiori a quelle previste di non piu' del 10% calcolato sul peso; sul peso non superiore al 10% del quantitativo massimo pescabile.

E RICORDATI DI RISPETTARE SEMPRE IL MARE!


    giovedì 29 aprile 2010

    Pesca a strascico ...una vergogna!

    PREMESSA PRIMA DELLA VISIONE DEL VIDEO

    Molti pescatori come mè che rispettano l'ambiente e la pesca,
    che quando vanno al pescivendolo e vedono pesci sotto misura si stupiscono,
    che non si sognerebbero mai di lasciare immondizia nel posto dove si è pescato e che vivono la pesca come una vera passione devono restare indignati guardando lo scempio che vanno "certi pescatori" ai danni dell'intero ecosistema marino con consistenti squilibri ittici,
    praticamente per farla breve se noi facciamo una pesca discriminata verso il canolicchio questo bivalve tenderebbe a scomparire (come è successo in molte spiagge abruzzesi) facendo mancare un anello importante per l'alimentazione di molti pesci "grufolatori" e quindi la diminuzione e la successiva scomparsa di questi pesci.
    Questo esempio rappresenta in piccolo come uno squilibrio dovuto dal uomo può compromettere un intero ecosistema.

    Riguardo al video è stato montato e postato dal sottoscritto su YouTube ed è tratto da un servizio di Striscia la Notizia, vi consiglio vivamente di guardarlo fino alla fine!


    Triglie al Gratin

    "Ecco una ricetta semplice e poco comune per fare un figurone con gli amici o per gustarselo da soli"

    Il trucco di questo piatto sta nell IMPANATURA.

    L'importante che vi procuriate delle belle triglie di scoglio,
    siete pescatori ecco come pescarle.










    INGREDIENTI

    • 5 Triglie di Scoglio
    • pan grattato
    • un ciuffo di prezzemolo
    • vino bianco 1/2
    • curry
    • brodo granulare
    • pepe
    • olio extravergine
    • burro 150 gr.


    PROCEDIMENTO

    Pulire le triglie sciacquarle perbene e metterle in un piatto,
    intanto preparate l'impanatura aggiungendo al pan grattato un pizzico di curry, pepe, sale e un pizzico di brodo granulare (lasciate un pò di panatura x la parte finale),
    [intanto accendete il forno a 200°]
    Fate sciogliere il burro nel tegame e tuffateci le triglie impanate fino alla doratura (attenzione quando le girate perchè le triglie si rompono facilmente),
    sfumate con del vino bianco e mettete tutto in una pirofila,
    irrorate di olio e completate il tutto spolverandoci sopra il pan grattato rimasto,
    lasciate in forno fino alla doratura in superficie.


    Vino Consigliato: PECORINO della Madonna dei Miracoli


    mercoledì 28 aprile 2010

    La TRIGLIA


    La TRIGLIA, in sintesi pesce dalle ottimi carni e di facile reperibilità.
    Nel web si fà una grossa confusione sulla specie sul'habitat e sulle foto pubblicate.
    Ci sono due tipi di triglia nei nostri mari appartenti alla stessa famiglia (mullidi)
    la triglia di scoglio e la triglia di fango.

    Entrambe le specie hanno:
    Corpo fusiforme, allungato ricoperto di grosse squame. Bocca posta in basso che supera la parte anteriore dell'occhio. Entrambe le mascelle sono provviste di piccoli denti, sotto il mento sono presenti due lunghi barbigli. Dotata di 2 pinne dorsali, una pinna anale, 2 ventrali e pettorali, pinna codale forcuta.



    la Triglia di Fango o triglia bianca (Mullus barbatus barbatus) ha il muso più compresso, più largo e il corpo più chiaro, con sfumature rosate. Raggiunge i 25 cm.

    DOVE VIVE
    La triglia di fango vive quasi esclusivamente in gruppi su fondi melmosi e sabbiosi a profondità comprese tra i 5 ed i 200 m.
    È presente nelle aree più vicine alle nostre coste soprattutto nel periodo estivo-autunnale, quando i nuovi nati non sono ancora migrati verso profondità maggiori. Dalla metà di aprile ad agosto le femmine mature depongono le uova in vicinanza della costa in profondità variabili da 10 a 55 metri e in località dove il fondo è formato di sabbia e fango.



    La Triglia di Scoglio o rossa (MULLUS SURMULETUS) differisce morfologicamente dall’altra per avere la testa più prominente e allungata e il corpo si presenta con un colore rosso più acceso e percorso longitudinalmente da 2 e più strisce dorate abbastanza marcate, supera la lunghezza di 40 cm. è può arrivare a oltre 1 kg. di peso
    DOVE VIVE:
    Gli adulti di Mullus surmuletus vivono solitari od in piccoli branchi. La Triglia di scoglio differisce infatti dalla specie affine Triglia di fango per le abitudini meno gregarie (di gruppo), che hanno solo i giovani.Abita fondali rocciosi e qualche volta su fondali sabbiosi e fangosi coperti da vegetali, profondi al massimo 100 metri, i piccoli vivono in mare aperto. La temperatura nei luoghi da essa popolati è intorno a 17-21 gradi centigradi, non oltre ai 24-25.


    LA TECNICA DI PESCA

    Le triglie si pescano solo a fondo, la tecnica di pesca da riva o da molo dà risultati mediocri, la migliore tecnica per la pesca della triglia è il bolentino dalla barca con leggero scarroccio.


    ATTREZZATURA E TERMINALI

    Per la scelta delle attrezzature da triglie vige lo stesso discorso: canne semplici, telescopiche o anche bi-pezzo a ripartizione,di circa 3 mt. Per i mulinelli sono sufficienti anche quelli economici di taglia piccola, in quanto le prede saranno rappresentate per la stragrande maggioranza da esemplari di piccole dimensioni.


    Per quanto riguarda i finali da triglia
    useremo una montatura classica a piombo scorrevole come nella foto accanto.
    La particolarità di questa montatura è che si presta benissimo sia da terra che dalla barca e poi volendo si può aumentare la grammatura in caso di lanci più lunghi.
    Come piombo consiglio la classica pallina che permette uno scarroccio senza intoppi.










    AZIONE DI PESCA

    Si cala la lenza col finale, non appena il piombo giunge sul fondo, si recupera leggermente la lenza madre. La stessa andrà leggermente in tensione dopo pochi secondi per effetto dalla corrente o dallo scarroccio dell’imbarcazione se si pesca da terra lasciate le canne in tensione e fate qualche giro di mulinello ogni due/tre minuti. Quando la triglia abbocca lo fa di solito con delle piccole toccate, ben evidenziate dal vettino della canna che deve essere sensibile. Le toccate sono in genere seguite dalla flessione finale del vettino che denuncia l’allamata del pesce. Si ferra e si recupera. Se le catture ci impegnano abbastanza, con una certa frequenza. Talvolta accade che prima di avvertire le toccate da triglia, occorre attendere alcune decine di minuti.


    ESCHE

    Le esche per le triglie sono rappresentate prevalentemente da vermi o policheti, ottima l’arenicola o verme di sabbia. Funziona molto bene anche la tremolina di fango, quella prelevata lungo gli argini dei canali salmastri. Comunque, in alternativa, andranno bene anche le tremoline comuni, i saltarelli coreani.



    Seppie e Piselli al sugo

    "Ecco una ricetta classica della cucina SEPPIE & PISELLI, generalmente viene fatta in bianco ma dalle mie parti il top è farla con il sugo......in modo che il matrimonio tra legumi e pesce venga esaltato con l'aggiunta del pomodoro e quindi pane da inzuppare a volontà' "













    COME PESCARLE:
    Vi ricordo il periodo migliore maggio - ottobre con la totanara, mare calmo e guadino sempre pronto.
    I momenti migliori sono la mattina presto e il tramonto, di notte usate la totanara luminosa. Ecco una guida completa su come fare -->


    INGREDIENTI:
    x 4/5 persone
    • 2 belle seppie (800 gr)
    • 2 cipollotti freschi (altrimenti una cipolla normale)
    • Vino bianco q.b.
    • Piselli 400 gr.
    • pomodori pelati 400 gr.
    • peperoncino trito (oppure in polvere)
    • spolverata di foglioline di basilico
    • olio Extra vergine (abruzzese se è possibile)
    • sale e pepe q.b.
    • pentola in terracotta (tijell di cret)

    PROCEDIMENTO:

    Pulire le seppie (ecco il procedimento), farle a listarelle di 3 cm circa la parte superiore, separare i tentacoli e dimezzarli, intanto mettere a soffriggere i cipollotti, buttare le seppie e sfumare con vino bianco e continuare fino a metà assorbimento del liquido, mettere ora i piselli sale pepe e peperoncino
    cuocere ancora x 5 minuti prima di mettere i pelati, continuare la cottura per altri 40 minuti a fuoco basso e finchè le seppie si saranno ammorbidite ,
    cercare di non fare ristringere troppo il sugo - aggiungete acqua se ne necessita-
    terminata la cottura aggiungere olio a crudo e foglioline di basilico

    Ponete la pentola al centro della tavola con una buona scorta di pane casareccio e buon appetito.

    VINO CONSIGLIATO: data la corposità del piatto un bel MONTEPULCIANO D'ABRUZZO

    martedì 27 aprile 2010

    Vongole: come eliminare la sabbia


    " Capita spesso di trovarsi in bocca sabbia specialmente quando si mangiano bivalvi come telline, vongole ..."
    Allora eccovi un trucco per evitare che finisca nel piatto e nel vs palato sabbia di mare e conservare quel prezioso succo con cui poi andremo a condire i nostri piatti.














    OCCORRENTE:
    Scolapasta - colino a maglie piccole - strofinaccio - contenitore di raccolta

    PROCEDIMENTO:
    Sciacquare bene le vongole in acqua corrente aiutandosi con uno scolapasta

    [opzionale] Se avete tempo e acqua di mare (acqua salata) potete lasciare le vongole per alcune ore in ammollo immergendo nel'acqua lo scolapasta con le vongole, questo procedimento fà si che le vongole si aprano naturalmente e spurghino i residui di sabbia in esse contenute.



    Mettete le vongole in una pentola capiente, coprire con coperchio e accendere il fuoco, girare di tanto in tanto fino a quando tutti i bivalvi si sono aperti








    Una volta completata la pre-cottura possiamo iniziare l'operazione di filtraggio.
    Preparate un contenitore (un bel bicchiere largo e alto), adagiatevi sopra il colino, coprite il colino con uno strofinaccio o altro panno in cotone,







    Fate colare il prezioso liquido nel sistema di filtraggio e mettetelo da parte.

    Una volta ottenuto il liquido privato di sabbia (al 90% in quanto è impossibile ottenere un prodotto completamente puro), usatelo in aggiunta al vs risotto, linguine allo scoglio, cozze pepate e altro.